Era la Pasqua del 1992 e per mille motivi fu l'ultima volta che andai ad Assisi.
Assisi la bianca, Assisi la silenziosa.
Sabato mattina abbiamo aperto le persiane della nostra camera e ci siamo trovati davanti questo spettacolo. Tetti antichi che guardano un orizzonte invariato dai tempi di San Francesco.
Alle spalle il Subasio imbiancato di neve (ieri sulla Bologna-Firenze la bufera di neve ci ha rallentato non poco).
La città si apre davanti a noi con pochissimi turisti e un freddo intenso.
I nostri passi percorrono strade antiche e scoprono angoli insperatamente ancora ignoti.
Voglio tornare senza essere ancora andata a casa.
Vorrei rimanere.
Amo questi luoghi come li amava San Francesco. Li sento miei.
Riconosco angoli e piazze. Mi vengono in mente episodi di Routes estive e primaverili in Umbria con volti di amici che invece ormai purtroppo mi sfuggono.
San Francesco è ed è stato per noi una guida e un modello.
Abbiamo dato al nostro primo figlio il suo nome e anche per lui ora è una figura molto importante (in più è il patrono dei Lupetti).
Ma non solo San Francesco=Assisi.
Anche Giotto e Cimabue, ad esempio.
E via con i bambini a riconoscere uno per uno quasi tutti gli affreschi della Basilica Superiore e svolgere a poco a poco il racconto di una vita unica che si è svolta proprio lì dove siamo noi adesso.
Che una cosa è raccontare Assisi e San Francesco sul divano di casa, e un'altra è ascoltarla ad Assisi. Proprio lì sulle strade percorse dai frati di Francesco e da Chiara. Niente di meglio, senza dubbio.
E poi le suggestioni date dall'Eremo delle Carceri innevato, dalla Porziuncola e da San Damiano.
Ai bambini, vi dirò, è piaciuto molto rincorrersi per le viuzze, giocare a nascondino tra i portoni e sotto gli archi e vedere i tetti dalle finestre.
Sabato pomeriggio sembrava che nevischiasse, allora ci siamo rintanati nella Sala delle Volte dove tre ragazze bravissime raccontavano fiabe di Natale a bambini e genitori local ai quali ci siamo volentieri mischiati.
Anche questo è viaggiare.
Fare cose che faresti anche a casa.
Per sentirti a casa.
(ma l'ho già detto che qui mi sento già e comunque a casa, no?)
Vi lascio con il link ad un libro che io ho molto amato e che anche se non siete credenti vi illuminerà (o magari no, ma è piacevole da leggere): Io Francesco, di Carlo Carretto.
E altrimenti riguardatevi Forza Venite Gente su youtube, è ancora attualissimo!!! (le scene migliori votate da Paolo e Franz: "Forza Venite Gente che in piazza si va", "24 piedi siamo" e "Povero diavolo/Povero belzebù")
(qui imbuchiamo la lettera a Babbo Natale)
3 commenti:
Ciao, piacere di conoscerti, sono mamma di due gemelle. Molto carino il tuo post, complimenti.
Che ricordi, Assisi, è tanto tempo che non ci vado!
Anche noi siamo molto legati a San Francesco, il nostro primo figlio si chiama così, siamo stati sposati da un frate francescano che è un nostro caro amico.
Mamma mia, mi hai fatto proprio venire voglia di ritornare ad Assisi. Grazie!!!
Bellissimo racconto. Così vero e così "appassionato" . Lo condividiamo sulla nostra pagina Via di Francesco :-) Bellissimo!
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