venerdì 18 novembre 2011

sabato, 31 luglio 2010

A Milano fa fresco di sera

Ieri è stata la mia ultima sera a casa da sola. Oggi i miei tre uomini torneranno dalla montagna e ricomincerà una vita simil-normale in attesa di venerdi prossimo quando finalmente ce ne andremo da qui fino a fine Agosto.

Beh nella grandecittàdelnordfuturasededell'expo2015 si sono dati ai grandi lavori per risistemare i binari del tram e affini. Un disastro. Nonostante molti avvisi - mai sufficienti - sulle pensiline, ti capita di prendere un tram e di finire da tutt'altra parte. Succede anche che invece tu sappia esattamente cosa fare, ma qualcuno sul tram ti dica che tutte le sere invece capita l'opposto e che devi scendere alla fermata dopo. Tu che sei cortese e gentile, nonostante qualche dubbio scendi a quella dopo e ti trovi fregato. Vabbè.

Ieri dopo la cena con la Mari e la Laura non volendo prendere la metropolitana e fregata dal Bikemi che chiude alle 23, prendo un tram verso il centro. E fin qui tutto ok.

Poi con un manipolo di sconosciuti tra cui due anziani reduci dall'Opera al Castello Sforzesco, una badante russa e due venete in gita a Milano ci avventuriamo sul 14 "tanto dopo c'è la navetta".

Una ragazza sul tram ci convince a scendere in pza VentiquattroMaggio (sbagliando) e risaliamo a piedi tutti insieme Corso di Pta Ticinese in mezzo a una giovane popolazione variegata ritornando su Via de Amicis.
La navetta si fa aspettare almeno mezzora. Sulla pensilina della 94 nessun avviso che la nostra navetta debba passare proprio di lì, ma l'abbiamo letto su quella di via Torino.

La sera è fresca e la gente ha voglia di chiaccherare. E' bello. Fa fresco. Cos'altro abbiamo da fare? Aspettiamo la navetta e chiaccheriamo.

La navetta arriva e poco dopo, in Piazzale Cantore, si ferma ancora. Due minuti, ci dice il guidatore. Se ce la facevamo a piedi, ci mettevamo di meno. Direttamente dal Duomo!!!
Buon per lui che non è un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi, in un altro momento avremmo potuto farlo a pezzi.

Decido di scendere, casa mia è a due passi e ormai sono arrivata.

Me ne vado, quasi rimpiangendo la compagnia dei miei soci di avventura.

postato da: claramarina alle ore 11:41 | link | commenti
categorie: vita da mamma, abito a milano, che bello il mondo
martedì, 27 luglio 2010

Priceless

Raccogliere mirtilli nel bosco di Laranza sul sentiero dei funghi di legno. Impagabile.
Salire con la funivia all'Alpe di Siusi. Impagabile.
Guardare i fuochi d'artificio della festa di Fiè direttamente dal balcone del maso. Impagabile.
Andare tutte le sere a prendere il latte nella stalla e salutare i vitellini. Impagabile.
Stendersi sul prato alla fine del sentiero e guardare che forma hanno le nuvole. Impagabile.
Spiegare a Cicciopao i nomi dei fiori dell'Alpe. Impagabile.
Spaziare con lo sguardo sull'Alpe di Siusi e ammettere che è davvero bellissima. Impagabile.
Tornare tristemente a Milano a lavorare e scoprire invece di avere quasi tutte le sere organizzate con amici. Impagabile.
Chiaccherare con la mia amica-di-sempre Bone al parco giochi di Siusi. Impagabile.
Incontrare suo marito anche lui a Lambrate all'alba e fare il viaggio insieme in treno. Impagabile.
Mangiare i canederli vista Sciliar. Impagabile.
Osservare come FranzBello riconosce luoghi e cose. Impagabile.
Andare a pranzo in funivia a Maria Himmelfahrt sul Renon. Impagabile.
Portare a Milano lo strudel alle ciliege e condividerlo con gli amici in una calda-ma-non-caldissima sera d'estate. Impagabile.
Bere il succo di mela prodotto dal maso. Impagabile.
Comprere le bretzeln. Impagabile.
Respirare fino in fondo l'aria bella della montagna e intuire che probabilmente torneremo ancora lì. Impagabile.

Sono contenta che i miei piccoli abbiano un'altra settimana da passare in montagna. Io tristemente sono tornata in ufficio. Domani avrei dovuto tornare a Bozen per lavoro ma graziealcielo non ci devo più andare. Mi risparmio un'alzataccia, un viaggio con boss&collegues e una riunione interminabile.


Per il momento pas mal. Non è lo Sciliar, ma c'è sicuramente di peggio!
giovedì, 22 luglio 2010

Si vede che stanno bene!!

Cicciopao e Franzbello sono contenti se la mamma li chiama alla sera, loro che se la stanno spassando in montagna; ma non insistono per telefonarmi.
Non c'è da meravigliarsi, è evidente che hanno preso dal papàprof.
Per contro, forse è meglio che non sentano troppo la mancanza della mamma, che siano sereni e che passino dei bei giorni felici.

Io e il papàprof siamo sostanzialmente intercambiabili (anche se io sono più simpatica e socievole, in genere). il Papàprof è certamente più paziente e senza dubbio meno isterico, per suo carattere e per il lavoro che fa. E poi una cosa che i nostri due diavoletti adorano, ama giocare con le costruzioni e con il lego. Anche io, ma qualcuno deve pur cucinare la cena no? e allora spesso lascio a lui il compito di giocare (anche se farei volentieri a cambio).

Lasciarli in vacanza col papà poi non mi fa sentire in colpa. Ecchediamine è giovane (?!?) e forte, ce la farà. Se fossero con i nonni, mi preoccuperei di più.

Mi dispiace solo che tra le nostre conoscenze sia l'unico papà in vacanza, mentre le altre (poche) sono tutte mamme e prevalentemente mie amiche e sopratutto sono quasi tutte al mare.

Tuttavia a Siusi villeggia la mia amica Bone con i suoi bimbi, e ieri c'è stato un summit ai giochi di Ratzes dove i quattro bimbi si sono scatenati non poco.

Probabilmente eleggeremo Fiè - o comunque lo Sciliar - a nostro luogo del cuore per le vacanze in montagna. Così ci evitiamo per i prossimi (almeno) dieci anni lo sbattimento di cercare una casa ogni anno in un posto diverso. Tanto già giriamo a sufficienza ad Agosto.

E poi vi dirò, per me che arrivo in treno da Milano, è un posto non vicino ma molto comodo (ehi DBahn, spero che il treno di domani sia un gioiellino come dicono!).

E le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo.
mercoledì, 21 luglio 2010

48 ore ad Atene. WOW!


Atene la bella. Atene la solare. Atene con i suoi tavolini nelle piazze e sotto gli alberi e le buganvillee che cadono a cascata dai balconi.

Il Partenone veglia sonnacchioso da un paio di millenni e nonostante tutto sembra che niente lo possa scalfire. E' eterno.

L'Acropoli finalmente si specchia nel Suo museo. Se lo merita. Se lo meritavano sicuramente i turisti e gli appassionati di archeologia.

Dall'interno del Museo si contempla la rupe e si scorge il Partenone. Presto saremo anche noi lassù, vien voglia di gridare. Arrivo anche io. Non posso star qui "solo" a guardare.

Tra i kouroi e le korai il percorso museale è piacevole e rilassante. Emozionante aggiungerei, ma so che sono tremendamente di parte. Vorrei toccare i pepli e i capelli delle statue, i muscoli degli animali del fregio, le figure sulle metope. L'istinto è irresistibile. Ti sorridono immobili ma quasi vive, testimoni di un passato lontano da cui proveniamo tutti noi e le nostre idee.

Me lo vedo Pericle che declama il suo discorso davanti al Dypilon, me li vedo oi Athenaioi che votano all’Agorà o partecipano alle processioni sulla via Sacra.

Che emozione tornare ad Atene anche se per il breve tempo di un week end. Che emozione tornare con Laura e Muriele con cui ero già stata nel ’96 (avanti Cristo naturalmente) e con la Stefi che allora non era venuta ma con cui abbiamo condiviso anni di archeologia.

La Laura studia greco moderno da 7 anni. E’ uno spettacolo ascoltarla chiacchierare con i camerieri e i negozianti. E’ bellissimo leggere le insegne, i cartelli e le scritte sui muri con le nostre vecchie nozioni di greco antico, come fanno i bambini della prima elementare, e scoprire che in verità si leggono in un altro modo … (mille anni di certezze da liceo classico si frantumano davanti a un dittongo!!)
La Stefi invece parla italiano con tutti e c'è da piegarsi in due dalle risate ogni volta. Il sandalaio-poeta di Monastiraki le ha fatto addirittura dei sandali ad hoc solo per lei; abbiamo aspettato un po', ma ne è valsa la pena.
Muriele invece ama ogni coccio e ogni frammento di marmo più di ogni cosa. Resiste al caldo alla sete alla fame pur di capire fino in fondo l'orientamento di un sito o la struttura di una porta della città.
Io vi dirò la verità ad un certo punto ho dato forfait e ho goduto dell'ombra sotto il portico del Museo dell'Agorà, come un tempo i greci antichi.

Le mie amicae. Ho tante amiche, ma queste sono proprio le mie amicae. Le prime a cui penso se voglio andare da qualche parte, vedere un film, andare ad una lezione di cucina o alle terme. Valeva sicuramente la pena tutta questa fatica e tutto questo caldo per passare due giorni tutte insieme.

So già che la prossima volta che ci vedremo cominceremo a pensare quale sarà la meta dell'anno prossimo!!!

venerdì, 16 luglio 2010

Per ora partenze, poi arrivi. Poi altre partenze.

Per me e la mia famiglia inizia un periodo di partenze e arrivi.
Io lavoro fino al 6 agosto, ma vado ad Atene con le amicae in questo week end e allo Sciliar il prossimo. Ho anche un appuntamento di lavoro a Bolzano (unirlo al week end a Fiè non è stato possibile, no comment). Poi tornano i piccoletti, poi stiamo ancora in città tutti insieme, poi ripartiamo tutti insieme per i nostri girovagamenti per l'Europa.


A me dispiace proprio tanto non essere in vacanza con i miei figli. C'è il papàprof, per carità, ma vorrei esserci anche io. Purtroppo però non posso prendere 6 settimane di ferie. Riesco ad attaccare qualche giorno ad un week-end e strappare qualche ora di permesso, ma sei settimane è proprio impossibile (neppure a gratis).

Il mio massimo divertimento non è stare a casa da sola (e perdipiù dover andare in ufficio).
E' stare in vacanza con Franz e Pao (e il papàprof). Quella è davvero la mia dimensione. Viaggiare con loro, cambiare ritmi, non avere orari, esplorare, sperimentare, scoprire cose nuove, decidere ogni giorno cosa fare, decidere anche di non fare niente.

Quando partiremo per la Francia sarà bellissimo. Ma anche a Fiè non sarà male. Starò su quattro giorni e ci rotoleremo sui prati dell'Alpe di Siusi.

Franzbello ieri ha detto che è molto contento di tornare a Fiè ("sono già là con la mente"). Quest'anno poi abbiamo affittato un appartamento in un maso ai margini del paese vicino al bosco. Li amo io, i masi dell'Alto Adige. E mi piace che li amino anche i miei figli. Con quell'aria antica e familiare, con le mucche nella stalla, e questo ha anche un grosso (grasso) porcello grigio che va in giro in libertà.


Inizia per noi ufficialmente l'estate. YES.
lunedì, 12 luglio 2010

Prime prove d'estate

Purtroppo non abbiamo una casa al mare.

Però abbiamo una casa al lago e da quest'anno un canotto gonfiabile.

Il lago non è il posto migliore per fare il bagno. La spiaggia non è una vera spiaggia, ogni tanto passano il traghetto e l'aliscafo, fa un caldo torrido che -vi giuro - nemmeno a Milano, l'acqua a volte è un po' torbida.
Dove andiamo noi i turisti sono prevalentemente tedeschi, svizzeri e olandesi.
Gli altri sono local.

Non so per quale recondito gioco del destino siamo capitati lì, ma cerchiamo di trarne giovamento, giacchè - purtroppo - non intendiamo vendere la casa e comprarne un'altra al mare sarebbe una saga da guerre stellari.

Da quest'anno sulla spiaggia dove andiamo noi c'è anche il bagnino, anzi due.
L'area di bagno e gioco è stata delimitata con delle bose gialle che sono la gioia di Pao.
I surf stanno all'altro capo, vicino ai gelati.
C'è persino un campo di beach volley.
Se non fosse per l'afa tremenda e l'acqua che non è salata sembrerebbe di stare al mare.

Da quando abbiamo il canotto, tutto ciò ha un senso.
FranzBello e CiccioPao amano salire e scendere cento, mille, centomila volte.
Essere spinti nelle onde quando passa l'aliscafo che va a Brissago.

Chiedere "qui tocco?" e buttarsi a capofitto (comunque, per inciso, boia chi molla il salvagente.....soldi buttati per un altro anno alla piscinasolari......).

L'altro sabato abbiamo tirato a bordo anche due belle bimbe con i codini e i braccioli (quella tedesca in verità ci ha abbordato lei chiedendoci "welche Sprache?" e cioè che lingua parlavamo....5 anni un mito).
martedì, 06 luglio 2010

(Quasi) prime prove di (quasi) autonomia

Alla mia prima vacanza senza genitori mi sono rotta tibia e perone scivolando in un bosco.
Se mia mamma fosse stata davvero ansiosa, non mi avrebbe dovuto far più uscire di casa.
Avevo 13 anni e quello era solo l'inizio di mille viaggi futuri.
Ma non di mille guai.
Dopo quella volta infatti non mi è successo più nulla.
Confesso che non sono mai andata a cercarmi rogne. Da piccola non mi sono mai persa. Alle gite del liceo non uscivo di notte dall'albergo e non mi ubriacavo. Da universitaria ho girato l'Europa prevalentemente da sola e non ho mai avuto a che fare con tipi loschi nè con situazioni difficili.
Sono abbastanza coraggiosa e indipendente e questo mi salva anche nel rapporto con i miei figli.

Non sono ansiosa , oppure lo nascondo bene, anche a me stessa. Sono consapevole dei pericoli ma ho più paura di cose come il dentista e i suv in autostrada.
FranzBello ha cominciato ad andare in gita alla fine della materna.
Mi sono ricacciata giù mille legittime preoccupazioni, ho firmato l'autorizzazione e l'ho mandato. E così anche quest'anno alle elementari, e poi nelle scorse settimane all'oratorio estivo.
Sono consapevole dei pericoli, ma calcolo anche quanti sono i vantaggi che derivano dall'andare rispetto al restarsene a casa.
E' ben più piccolo rispetto a quando ho cominciato ad andare in gita io, che pure vengo da un'epoca (e olè in questo istante mi sento un ufo) in cui andavamo a scuola da soli e giocavamo in cortile senza mamme che eventualmente ci davano un occhio dal balcone.

Gli faccio mille raccomandazioni, gli ho messo i numeri di telefono nello zaino, gli ho detto che se si perde si deve presentare al bagnino, al gestore del rifugio, all'autista del pullman e dire il suo nome, perchè è lì e cosa gli è successo (la prossima tappa è imparare il mio cell. a memoria).
Come dice il Don Alessandro "non abbiamo mai perso nessuno".
E posso confermare che anche quando ero caposcout, non ho mai perso nessuno dei miei scoutini.

E lo mando in gita, in piscina, a teatro. Tenerlo a casa non avrebbe senso. Non dovrei mandarlo perchè è piccolo? Conosco alcuni adulti che non farei uscire nemmeno dalla loro camera.
Mi fido di FranzBello.
E' chiaro che se mi dicessero che in gita fa il cretino, ci ripenserei.

Anche per questo non releghiamo i nostri figli sulla stessa spiaggia-stesso mare tutte le estati, ma li portiamo con noi in giro per l'Italia o l'Europa.
Ci piace che imparino che si può viaggiare senza timori e con i dovuti accorgimenti. Che ci sono persone che vivono in altri posti, parlano una lingua diversa, hanno usi diversi, e mangiano cose diverse dalle nostre.

A molti adulti questo fa paura.



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