sabato 24 novembre 2012

20 novembre giornata dei diritti dei bambini e delle bambine

Franz ha deciso che un suo diritto è quello di non fare i compiti. 

Sbagliato!!! Fare i compiti è un dovere, e su questo non ci piove. 

E' un diritto invece andare a scuola e avere insegnanti preparati ed edifici scolastici meno scassati possibile. 

Semmai posso concederti che è un tuo diritto non fare i compiti quando sei stanchissimo, ma questo apre innumerevoli altri scenari che al momento lascerei stare.  

Franz dice poi che un suo diritto è giocare a Lego e mangiare gli spaghetti. Ok ci sto. E Paolo vuole invece una città più verde e il diritto di giorcare al parco. OK ci sto anche a questo.  

Sabato scorso al laboratorio organizzato dalla rivista Spazio per BookCity al Museo del 900 i bambini hanno espresso quelli che ritengono essere i propri diritti, dopo aver letto uno alla volta gli articoli della Convenzione sui diritti dell'infanzia.

Ognuno di loro ha prodotto un libretto (il libro dei diritti) come questo nelle foto:
   
 (foto di Spazio)

 
 

                         


Erano settimane che i bambini ne parlavano a scuola, quindi erano già abbastanza preparati (soprattutto alla materna a dire il vero). 

Peccato che alle elementari se ne parli poco. Chissà alle medie. Perchè sono notizie di tutti i giorni i non-diritti dei bambini in Italia e in mille altri luoghi. I bambini della Siria, i bambini di Gaza, l'Africa, l'India. 

Ai miei figli dico sempre di non essere troppo schizzinosi e che anche sotto il baobab si può imparare qualcosa. E che non c'è bisogno di una scuola di lusso per imparare a leggere e a contare. Ma è facile dirlo quando comunque abiti in una città europea, con due genitori che lavorano e una casa dove abitare, un'auto parcheggiata qui sotto e il supermercato a portata di mano.
L'importante è far capire ai bambini che molti altri bambini nel mondo non hanno i diritti essenziali. Quindi non solo non hanno il diritto di giocare al parco, ma nemmeno quello di giocare e basta. E non solo quello di non avere delle maestre (brave) ma non hanno neanche il diritto di avere una scuola. 

Ad ogni modo è buona cosa avere occasioni per farli pensare un po' a cose serie. 

Paolo naturalmente ha dovuto essere aiutato un po' a riflettere, ma l'ultimo diritto - a essere protetto - l'ha espresso tutto da solo. Al che ho necessariamente dovuto fare qualche domanda di indagine che mi è sorta spontanea: da chi devi essere protetto? c'è qualcuno che ti fa male? a scuola?  o dove?
Beh possiamo stare abbastanza tranquilli, il mio ciccio ha rivelato che alla materna c'è G. una bella bimba bionda con gli occhi azzurri che ha un suo modo particolare di fare amicizia. 
Certo che per far paura a Paolo....!!!!

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