Cari
lupetti, vi ho osservati prima che partiste per il campo estivo.
Vi ho
guardati nell’ora in cui aspettavamo il pullman insieme, ho guardato Jackie e
Matteo, commossi, ho guardato Franz che al contrario è apparentemente stoico,
ho guardato le lupette, bellissime e gli altri lupetti, bellissimi anche loro.
Avete un
fascino incredibile nella vostra uniforme azzurra e blu, che di voi racconta
tante cose.
Del vostro
cammino scout, appena iniziato, che è anche e soprattutto cammino di crescita,
le tappe, le specialità, l’associazione a cui appartenete, e delle vostre
famiglie, naturalmente, che ciascuna con le sue motivazioni vi ha mandato qui.
Ho guardato
i vostri fazzolettoni, anche quelli raccontano tante cose, le uscite, i campi,
le veglie, e ancora l’appartenenza al gruppo che vi ha accolto non molto tempo
fa.
Eppure nei
vostri 8-11 anni sembrate così esperti, così consapevoli, come direbbe qualcuno
parafrasando “così piccoli e già così scout”, così cittadini della vostra città
e del mondo, così curiosi e così avventurosi (insomma, abbastanza avventurosi).
Ho guardato
i vostri zaini accatastati vicino al muretto dell’oratorio.
E anche essi
raccontano storie.
Alcuni sono
zaini ereditati da mamme o papà scout, o magari genitori solo appassionati di
viaggi o di montagna (“solo”, è già tanto di ‘sti tempi, no?).
Raccontano
storie di strada e di fatica, di amicizia, di tramonti e di albe, di tende
profumate di muschio, di veglie alle stelle, di cime conquistate, di canzoni
cantate a squarciagola, di treni persi, di pentole e chitarre dimenticate sul
treno, di amici vecchi e nuovi, di mani strette mentre si dice il padrenostro,
di tende sopraelevate, di gmg, di cammini di santiago, di gare di cucina, di
tuffi nel torrente.
Altri sono
zaini nuovi, acquistati proprio per voi, che con voi iniziano la loro lunga
storia.
Che per ora
racconta di campi estivi sugli appennini, grandi giochi notturni un po’
paurosi, di stanze di oratori dove si dorme tutti insieme, di Akela che vi
legge la storia prima di dormire, delle scimmie bandalog che rapiscono (per
finta, eh) i lupetti piccoli, di una bellissima serata in cui avete cucinato
per i genitori, di promesse pronunciate al crepuscolo.
E di fatica
naturalmente, perché nonostante tutto siete piccoli e quando tornate dalla
caccia - ammettetelo - siete felici ma anche tanto tanto stanchi.
E di fatica
senza dubbio. Perché già adesso dovete scegliere. E sarà sempre così.
Ed essere un
po’ soli nella scelta.
Perché è
facile, quando si arriva sul sagrato e tutti sono vestiti da lupetti.
Ci si sente
forti e uniti. Ci si sente parte di qualcosa di grande.
Ma prima, quando esci da casa per andare alla caccia e
sulla metropolitana vestito da lupetto con lo zaino sulle spalle ci sei solo
tu, è difficile, e conta poco che la tua mamma sia lì con te, e molti ti
guardano tra il curioso e l’attonito.
(Per non
parlare di quella volta che sei venuto in uniforme al battesimo di E. (non
c’era stato tempo di cambiarsi ed eri venuto direttamente dalla stazione) ma
per fortuna hai incontrato Hati allo stesso battesimo e la cosa ti ha
confortato un po’ (ma lui ovvio era vestito normale J))
Quindi
grazie a quei capi o rover che incontri a volte in metropolitana e che proprio
in virtù dello zaino e dell’uniforme ti riconoscono come “fratellino” e
ti dicono “Buona Caccia Lupetto” senza neppure conoscerti personalmente.
E grazie
anche a quegli adulti o quei genitori che ti sorridono e ti salutano perché
magari hanno figli o amici scout, o lo sono stati anche loro.
Ma si fa
fatica, perché certe volte alla domenica c’è una festa di compleanno o la
partita di basket, e tu sei in Caccia.
E devi
scegliere anche se hai solo 10 anni.
E la scelta
non è mai facile ed spesso è messa in discussione da una parte o
dall’altra.
E lo sarà
sempre cari miei bellissimi lupetti, perché crescendo diventa tutto un po’ più
complicato.
Vi ho osservato e ho visto in voi il mondo che verrà.
Ho visto
bambini con cui è un piacere parlare e viaggiare.
Ho visto
bambini felici (beh, alcuni abbastanza felici) di partire per una vacanza essenziale e totalmente off-line
Vi vedo
scout e poi rover sulle strade di domani, con il vostro zaino pieno delle
storie di ieri e di quella che state costruendo passo dopo passo.
Ed è un
piacere accompagnarvi in questa avventura.
Perché anche
noi genitori ci siamo dovuti un po’ adattare. A chiamare Akela, Bagheera e Ka
con i loro nomi della jungla, a non potervi telefonare e a non avere vostre notizie durante il campo estivo, a
vedervi andar via con gli zaini pesanti e i calzoni corti, magari sotto la
pioggia o la neve, a vedervi fare comunità e prendere decisioni e fare progetti
insieme al Branco, cose solo vostre dove i genitori non entrano nel merito, a
vedervi prendere impegni per il vostro cammino personale, voi insieme ai capi,
senza mamma e papà, e scoprire che ne siete assolutamente in grado, già ora.
Ci siamo
dovuti adattare con piacere ad un mondo e ad un linguaggio che molti di noi non
conoscevano e altri quasi non ricordavano.
E ci siamo
stupiti di quanto sia affascinante anche per gli adulti.
Affascinante.
Coinvolgente. Diverso da tutto il resto.
Anche se
qualcuno “là fuori” non la pensa così.
E anche il
genitore del Lupetto a volte è solo.
In mezzo a
molti che ti guardano curiosi e attoniti.
Ma come,
mandi tuo figlio agli scout? A me la divisa non piace, non voglio che mio
figlio dorma per terra, non voglio che vada al campo, non voglio che si
infanghi quando gioca nel bosco, non voglio che porti lo zaino, non voglio che cammini, è un’attività troppo impegnativa, già gioca a
calcio-basket-scherma-vela-badminton, non capisco il ruolo del capo (eh????),
non capisco perché ci devono essere i capi, non mi va che ci siano delle regole
da rispettare (vediunpo’), non capisco perché bisogna andare a tutte le
riunioni e poi anche al campo, non capisco perché si vada in Caccia in treno,
non voglio che mio figlio si stanchi troppo.
Difficile
spiegare.
Difficile
spiegare che invece tu vuoi proprio quello per tuo figlio.
Difficile
spiegare il senso di appartenenza, l‘amicizia, i momenti forti, i campi.
(C’è un
sacco di gente strana in giro, n.d.r.)
Sappiate che
lo scoutismo è uno dei migliori regali che vi potessimo fare, cari lupetti del
mondo.
Poi
deciderete cosa vorrete essere e cosa vorrete fare. C’è tempo. C’è un tempo per
ogni cosa.
Ora è tempo
di vivere insieme questa avventura, diversa da tutte le altre che potete
trovare in giro.
E’ tempo di
andare al campo, di vivere lunghi giorni sereni di giochi e corse nei
prati.
E’ tempo di
fare amicizia, di lavare i piatti anche se non ne avete molta voglia, di cucinare insieme, di inventare scenette e
di cantare davanti al fuoco.
E’ tempo di
ascoltare di nuovo le storie di Akela, di addormentarsi tutti vicini.
Perché
questa è la vostra età, questo il vostro tempo.
Buona Caccia e Buon Campo.
2 commenti:
Noi si parte domenica ...
le prime vacanze di branco ...
l'eccitazione di Diana ma soprattutto l'ansia di Claudia sua mamma, ex scout, ex capo reparto, ex capo clan, ex capo gruppo ...
Grazie Clara mi hai fatto piangere un po' e le lacrime hanno sciolto quell'ansia.
Diana parte con il mio zaino e con quel maglione grigio con cui dormite tante notti con te in tenda nel mitico RM48 che non esiste più!
Un bacio da Roma
Claudia cara, sono molto contenta di condividere con te anche questa esperienza di mamma-di-lupetto (o lupetta). E' davvero una grande emozione, i piccoli lupetti crescono e l'ansia passerà davanti ai loro occhi felici quando ritoneranno.
Se loro sono ai Lupetti, almeno per quanto mi riguarda, molto è dovuto a quell'anno passato insieme nei Koala del Roma48, quando qualcuno gettò un seme sperando che diventasse una quercia. Un abbraccio e buona estate e raccontiamoci com'è andato il campo!!! ciao!!!!
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