venerdì 8 novembre 2013

Al museo con i bambini: una mattina al Pompidou-Metz

Capita che un week end di Dicembre fai un lungo viaggio in macchina per andare a trovare degli amici a Metz.
E' la seconda volta che veniamo. A casa loro si sta bene; parliamo inglese e francese, qualche parola in polacco e in italiano. I bambini giocano insieme anche se non hanno (ancora) una lingua comune. Giocano con le spade e con i puzzle e parlano anche tra loro facendo grandi risate (ma che si diranno mai? e soprattuto come fanno a capirsi?).

A quattro passi da casa loro è sorto un nuovo museo che si chiama Centre Pompidou-Metz e che chiaramente è lo spin-off di quello di Parigi. 






Un po' come per il Guggenheim di Bilbao (ma meno spettacolarmente) e il Louvre di Lens (ma la zona è migliore), anche il Pompidou-Metz è stato collocato qui per rivivificare una città un po' addormentata e fuori dalle rotte turistiche. 
L'hanno costruito vicino alla stazione, in una zona con molto spazio da inventare. L'hanno fatto bello (almeno, a noi è piaciuto) e pare che in giro sia apprezzato.  E come potete vedere dalle foto qui sopra ha anche delle bellissime vetrate che guardano la città.





E' un luogo per mostre, per l'arte moderna, il design e so che Renata & Jerome sono andati anche a qualche bel concerto jazz. Quando ci siamo capitati noi, il museo ospitava una mostra di oggetti e arredamento ideati dai fratelli Bouroullec, due designer bretoni con molte ottime idee.
Alcune installazioni si potevano toccare, sui divani ci si poteva sedere, c'erano anche dei tablet dove si potevano scorrere tutte le loro creazioni.
Le mostre sono temporanee e quindi chissà voi cosa troverete?





Ma la cosa che ci ha più entusiasmato è stato il cosiddetto Textile Field, un grande tappeto morbido dai colori accattivanti, sui cui si poteva salire e rotolarsi a piacere (guardate qui lo stesso tappeto esposto alla V&A's Raphael Gallery a Londra. Un vero spettacolo.)

I bambini sono stati entusiasti di poter salire su un'installazione in un museo. A Franz e Paolo era già capitato in occasione del Fuorisalone, che in varie location di Milano offre ogni anno in primavera l'opportunità di toccare con mano e di provare  oggetti e mobili di desgin, altrimenti innavicinabili.




E infine a completamento di una visita che ci aveva già dato molte soddisfazioni, i bambini hanno partecipato ad un laboratorio didattico.
So cosa vi state chiedendo: ebbene sì il laboratorio era in francese e il nostro amico Jeremie parla solo il francese e il polacco. Ma l'animatrice - anche lei francese, bien sur - cercava la traduzione in italiano delle parole sullo smartphone e per questo meriterebbe di diventare direttrice del museo. Francesco e Paolo (a quel tempo 4 e 8 anni) hanno partecipato attivamente: il laboratorio inoltre aveva sul pavimento una mappa della zona e i bambini hanno giocato a cercare i luoghi chiave di un territorio: la stazione, i binari della ferrovia (mamma si capiscono anche se siamo in Francia!!!), i parchi (idem), gli ospedali. Infine i bambini hanno progettato, costruito e decorato una sedia di design. 
A conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che se la guida è in gamba, i bambini sono in grado di fare cose incredibili.





Abbiamo lasciato Metz con la promessa di tornare. Per i nostri amici, ovviamente, con i quali condividiamo molte passioni e per la città che abbiamo visto poco ( e che, non lo immaginereste mai, ha un'antichissima origine che risale a prima dei Romani).

Siamo diventati fans dei fratelli Bouroullec (non avremmo potuto fare altrimenti) e speriamo di rivedere le loro opere a Milano o altrove in Europa. Specialmente il prato colorato.

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