lunedì 28 aprile 2014

Le strade delle mie Routes (Le Strade Dei Miei Viaggi - #sensomieiviaggi)

Sai cosa? non ho foto delle mille Strade su cui ho camminato durante le mie Routes con il Clan. Non ho foto digitali. E forse, adesso che mi metto a cercarle, forse non ne ho nemmeno stampate.

Ma potrei descrivervi ogni metro di quelle Strade e di quei sentieri come se fossi ancora lì. Sulle colline del Casentino o sui Colli Euganei. Sui Monti Nebrodi o sul Monte Rosa. E in mille altri luoghi.


(...) Spingerò i miei passi sulla strada,
passerò tra i rovi e l’erba alta;
la gioia m’ha trovato, la pienezza
non starò più seduto ad aspettare!  (E' di nuovo Route)

Passo dopo passo, con la Promessa al collo, con lo zaino e la tenda sulle spalle. Portando l'essenziale per una settimana di cammino. E null'altro se non il cuore aperto a mille incontri e anche a mille imprevisti e avventure. Scoprendo ad ogni angolo nuovi scorci e nuove realtà. 

Strade sulle quali abbiamo costruito anche un po' noi stessi. 

"Eravamo ragazzi ancora, con il tempo aperto davanti, i giorni più lunghi coi calzoni corti a caccia di vento, i semplici canti 
(...)  La testa nel cielo, è vero, ma il camminare ti entra da terra e pronti a partire, rischiare la strada,  i fiori più belli non son quelli di serra.
(...) E spingendo di nuovo i passi sulle strade senza far rumore,
non teme il vento con la pioggia e col sole.
“Già e non ancora” seguire l’Amore. (...)"  (Scouting for Boys)


Si impara lungo la Strada.
A dare mai nulla per scontato e a sapersela cavare in ogni caso.
A sopportare la pioggia, il fango e il freddo.
A sopportare il sole, il caldo e la fatica.

E si impara a condividere, ovviamente. A non sprecare. 
Si impara a stare insieme.
E si susseguono emozioni e gioie e anche mirabolanti e solenni incazzature.
Ovviamente. E' la vita, no?
Quando alla sera una pallonata rovescia il fornelletto con l'acqua per la pasta, quando la fontana a cui sei faticosamente arrivato è rotta, quando non c'è mai un cavolo di ombra e il sole è a picco, quando non trovi un posto pianeggiante e sicuro per piantare la tenda, quando la strada è tutta in salita. 
Quando piove. Ne vogliamo parlare?


Insieme abbiam marciato un dì
per strade non battute,
insieme abbiam raccolto un fior
sull'orlo di una rupe.


E vabbè, ma le gioie?
La gioia numero 1 della Route è sicuramente lo stare insieme, poi l'arrivo alla meta e sicuramente l'accoglienza.
Ci sono capitati incontri straordinari su ogni Strada che abbiamo percorso.
I frati della Verna e quelli di Assisi, il contadino dei Nebrodi che ci ha regalato un pezzo di pagnotta appena sfornata, il proprietario del Castello Nelson a Randazzo (CT) che ci ha fatto dormire nel parco e ci ha guidato attraverso le sue stanze. Poi i frati dell'Abbazia di Praglia sui Colli Euganei che ci hanno mostrato la preziosissima Biblioteca dove anche il Fogazzaro si ritirava a scrivere.
E poi mille passaggi ricevuti che ci hanno permesso spesso di accorciare la "Strada", a San Fratello in Sicilia, a Riva Valdobbia in Piemonte (quelli che mi ricordo).
E poi tutti quelli che ogni tanto ci hanno permesso di abbandonare la tenda per dormire al coperto sotto un tetto qualsiasi, in una casa, in un oratorio, in un monastero, a volte anche in un garage. Quelli che ci hanno offerto supporto materiale e morale.
Quelli che abbiamo avuto l'occasione di aiutare (una volta abbiamo anche tirato fuori una R5 da un canale, #sonocose)

Sono passati molti anni. Ma tanti. Ma ricordo ogni sassolino di quelle Strade.
Non posso chiudere che con una poesia di Don Giorgio Basadonna che si intitola proprio "Strade delle mie Routes" (ve la lascio tutta anche se è lunga :)) 


Strade delle mie routes
Lungo paesi e vallate
Tagliate nelle montagne
Nascoste nel folto del bosco

Strade deserte assolate o piovose
Paesaggi stupendi nebbiosi fantasmi
Incantevoli notti e albe e tramonti
Avete donato
Incontri fraterni e cordiali
Volti cariche di dolore e di gioia
Cuori feriti
In cui versare speranza.
Strade delle mie routes
Nel tempo propizio e fecondo
Di primavera e d’estate
Strappandomi a l comodo riparo
Di abitudini ordinate
Di garantite sicurezze
Mi avete offerto
L’avventura e il senso del nuovo
L’ansia di nascere ogni giorno
La ricerca mai sazia
Di verità di giustizia di amore.

Strade delle mie routes
Nel tempo di pasqua
Ricercando il Cristo risorto
Nel timido riapparire di cieli azzurri
Avete rinnovato
L’esperienza di Emmaus
Dopo il doloroso passaggio
Sul Calvario
Inondando di gioia pasquale
Il flusso di delusione e di pena
Dell’amara sorgente del male
Eternamente in agguato.
Strade delle mie routes
Seminate di silenzio e solitudine
Spazia aperti e sconfinati
Fino alla vertigine
Amiche coraggiose e leali
Compagne fedeli ed esigenti
Mi avete raccontato
La mia vera storia
Rivelando il mio volto
Spesso nascosto e falsato
Dolorosa contraffazione
Della somiglianza con Dio
Strade delle mie routes
Itinerari grondanti mistero
Trepide di paure senza nome
Di sgomenti improvvisi

Sentieri tracciati dalla voce di Dio
Che chiama a seguirlo
Come Abramo nell’ignoto
Avete riecheggiato ogni volta
Nuove chiamate divine
Nuovi inviti nuovi progetti
Le “grandi cose” del suo amore
E del mio destino umano

Strade delle mie routes
Labirinto di linee
Sulle carte geografiche
Disegno affascinante
Indecifrabile e luminoso

Strade che giungete
Fino alla terra promessa
E di là del mistero
Quando passerò il Giordano
E il bivacco eterno avrà inizio
Nel grande gioioso riposo.

Strade della mia fede
Mai raggiunta e mai piena
Della mia speranza
Sempre distrutta e rinata
Del mio amore mai sazio
Anelito e tormento
Di un più e di un sempre
Ancora lontano.
Strade delle mie routes
Maestre instancabili
nostalgie inguaribili
del passato dietro le spalle
del futuro
al di là dell’orizzonte


E le foto (chiederanno i miei 12 lettori)?

Come dicevo, non ho foto delle strade percorse.

Ve ne lascio solo una (altrimenti Monica non mi fa partecipare, no?) che racchiude tutto quello che ho fin qui raccontato e si riferisce alla Cerimonia della mia Partenza (si chiama così, non a caso) e cioè il momento in cui si conclude il cammino scout per diventare Capi. E' una foto a cui tengo molto (non guardate i capelli per favore, era 25 anni fa ed ero ggggiovane e magra)!!!




1 commento:

monica ha detto...

Eccomi qui, finalmente!!! E ti chiedo scusa x il ritardo con cui arrivo, ma come dici tu questo mese di aprile ha del pazzesco!
Sono figlia di uno scaut che tutt'ora, a 70 anni, fa il cambusiere e accompagna i ragazzi nei campi estivi. Forse x questo non ne ho mai voluto sentir parlare, ma ora invece ci sto pensando x mio figlio. Queste tue parole non fanno che confermare in me l'idea che dev'essere un'esperienza meravigliosa e molto formativa. Beh! Lo scopriremo ...