venerdì 18 novembre 2011

FEBBRAIO 2011

domenica, 27 febbraio 2011

Festeggiamenti a go-go


Il nostro piccolo grande Pao compie 4 anni.
Legge Focus Junior, ufficialmente non suo, e chiede a gran voce una festa come quelle di FranzBello.
Va alla materna saltellando (lontani ormai gli spettacolini strazianti all'entrata del nido), fa amicizia facilmente ed è sempre sorridente.
Ci segue e regge il passo.
Fa dei ragionamenti e dei discorsi che ci stupiscono.
Perchè alla fine per noi è sempre il neonato bonzo dell'inizio.
Quando era delle stesse dimensioni del pupazzo azzurro che la zia Anna gli portò in regalo da Londra e a cui demmo il nome di Bonzo Babonzo.
Poi Pao è cresciuto, naturalmente.
Ma per noi rimane sempre CiccioPao.
Anche se nuota con un bracciolo soltanto, ormai (e solo quando gli va)
Anche se pedala come un pazzo (ma le rotelle ci sono ancora)
Anche se si arrampica fino in cima alla torre di corde rosse del Parco.
Ha ancora le guanciottine bonze di quando era piccolo.
Il ciuffo ribelle.
Gli occhi vispi.
E mi dice che sono la mamma superbellissima.
Auguri cicciottino della mamma e del papà!

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#1  01 Marzo 2011 - 14:00


Auguri Cicciopao!
Cresci bene. Un bacio a te e alla tua splendida famiglia.
    Kriegio






lunedì, 21 febbraio 2011

Sabato sera al Museo

Al Museo del 900 finalmente ci siamo andati.
Abbiamo fatto la nostra brava coda di 45 minuti, non pioveva, la serata era mite, ci è andata bene.
I piccoli hanno giocato in piazzetta reale intorno alla scultura arborea della Mostra su Arcimboldo e poi hanno contato le persone che - già nel museo - salivano a gran passi la rampa d'ingresso.
Poi siamo entrati.
Su su anche noi su per la rampa dalle grandi vetrate trasparenti fino ai piani superiori.
Che dire. Le opere sono eccezionali. Picasso, Boccioni, Balla, De Chirico. Niente da dire.
Discutibili quelle più recenti, Manzoni su tutti con la sua cacca d'artista. Evabbè.
La struttura all'interno è meno bella di quanto ci si aspetti da fuori, purtroppo. In effetti sono stati adattati a museo spazi che non erano stati originariamente pensati per questa funzione (anche se, sappiamo tutti, questa non può essere un'attenuante e abbiamo già visto altri esempi edificanti di ottime ristrutturazioni. tanto per non fare confronti, no?). L'allestimento sembra provvisorio e gli spazi espositivi non adeguati, e sopratutto è evidente una poca pocherrima cura delle scale (polverose), dei muri (segnati), dell'arredamento in genere.
Peccato. E anche se il NYT ha lodato il Museo, un pochino io ne sono rimasta delusa.
I bambini invece sono stati contenti. Sono nella condizione beata di non cogliere ancora alcuni dettagli ai quali invece io e il papàprof siamo molto sensibili.
A FranzBello sono piaciuti i futuristi, pieni di colore, e a Paolo le sculture (specialmente 'la sete'); a tutti il Quarto Stato, e la spirale di neon di Fontana. Oltrechè - inevitabile- la vetrata panoramica su Piazza del Duomo, anche se ormai era buio (ma la Madonnina illuminata ha avuto un successone).
Al bookshop, luogo che ci piace sempre molto, un bell'angolo per bambini e un regalo adhoc per la Carlotta in vista del viaggio in Grecia.

In ogni caso ci torneremo.
Perchè i musei ci piacciono.
Perchè dobbiamo vedere meglio alcuni quadri.
Perchè sulla rampa d'accesso ti senti comunque davvero a NY City.



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#1  24 Febbraio 2011 - 16:34


bello, davvero interessante....


   ilmaredentrome




martedì, 15 febbraio 2011

Padri e figlie

Se c'è invece una cosa (tra le tante, ovviamente) che non ho ancora imparato alla mia veneranda età è quella di non rispondere alle provocazioni di mio padre.
Il papàprof non ha potuto evitare di dirmi "ci sei cascata ancora" e me lo sono meritato in pieno.
Però, cavolini di bruxelles, davanti a chi non percepisce lo stato confusionale di questo nostro benedetto Paese, veramente mi innervosisco e divento furiosa.
E mio padre è così.
Di tutte le difficoltà che noi abbiamo nella nostra vita quotidiana, nessuna lo tocca.
E dovrebbe invece, o no?
Almeno per i suoi nipotini, se non per i suoi figli....
Anzi sostiene che ci riempiamo la testa e la bocca di stupidate, parliamo come parla la tv e , in particolare io of course, siamo delle rimbecillite. Naturalmente si parla prevalentemente di donne.
Purtroppo mio padre non ci riconosce lo sforzo -sovrumano- che facciamo per far quadrare la vita di tutti i giorni.
E' come se non capisse. E' come se non vedesse quanta
fatica abbiamo fatto ad essere dove e come siamo.
E' come se non capisse e non vedesse le difficoltà del mondo.
Mia madre che pure ha lavorato e gestito la famiglia esattamente come facciamo noi adesso, sostiene che non si è sentita mai privata di nulla in passato e tantomeno ora.
E chiaramente entrambi non condividono malcontento e proteste di questi giorni.

E voi miei cari cinque lettori. Io non ho dubbi invece che condividiate - almeno nelle linee generali - che la scuola pubblica ha qualche problema. Che a Milano mancano le piste ciclabili e i parcheggi. Che ci sono luoghi e opere pubbliche che hanno bisogno di intervento urgente. Che le mamme che lavorano hanno qualche difficoltà a far quadrare conti e orari. Che le mamme che lavorano, lavorano sodo senza spesso avere chance di carriera. Che le famiglie non hanno molti supporti sociali. Che la Moratti ha fatto pochino per Milano. E via dicendo una serie di questioni all'ordine del giorno, che oggettivamente sono ancora irrisolte (e chissà per quanto lo saranno).

E non ho dubbi neppure in merito al fatto che se ci trovassimo intorno ad un tavolo a conversare di questi argomenti, sarebbe una conversazione pacifica o perlomeno educata.

Perchè invece i miei genitori no?
E non ditemi che è l'età.
Perchè sono sempre stati così.

Mi viene da urlare dalla rabbia.

Sono iraconda.


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#2  16 Febbraio 2011 - 15:59


Ho la fortuna di avere dei genitori che la pensano come me.
Che sono indignati come me.
Ma capisco il tuo disagio ulteriore.
Le donne oggi devono affrontare quotidianamente mille impegni, strattonate come sono in più ruoli.
Come se non bastasse non c'è un disegno a livello sociale che ci aiuti, che ci faccia tirare il fiato.
Vedi le piste ciclabili solo a tratti, i parchi che a volte diventano gabinetti per cani, gli orari poco flessibili, zero strutture consone a migliorarci stile di vita e incombenze.
Sopratutto chi lavora, ma anche no.


   ilmaredentrome


sabato, 05 febbraio 2011

Ho imparato

Ho imparato tante cose.
Che la vita è dura, ma io di più.
Che le giornate sono faticose, ma rimane sempre l'energia per leggere una storia ad un bimbo.
Per chiaccherare con un amico.
Per leggere un pezzettino di libro.
Che la vita è lunga, ma non è mai abbastanza per fare tutto ciò che vorremmo.
Quindi ho imparato a non avere rimpianti.
A prendere le decisioni in base al momento in cui decidi, e a non guardarsi mai più indietro.
Che il tempo va veloce e ogni attimo è importante.
Ho imparato a non buttare via il tempo.
A fare le cose quando ho voglia di farle, e a non rimandare.
Ma spesso è il budget che mi frega.
A 40 anni non sono ancora andata a New York, questo in verità un po' mi pesa.
Ho imparato che prima prenoti, più ampia è la scelta (e non sempre spendi meno, ma almeno vai dove vuoi)
Che viaggiare è bellissimo; viaggiare con gli amici ancora di più.
Che leggere è il nostro pane quotidiano.
Senza, morirei.
Ma l'altra estate proprio non ho letto nulla, e sono stata bene lo stesso.
Ho imparato che in ognuno c'è un x% di buono. Baden-Powell diceva che era il 5%. Purtroppo per alcuni è anche di meno.
Ho imparato che è veramente da str.... non salutare i colleghi sull'ascensore o in corridoio o alla stampante. Tuttavia qualcuno continua a farlo.
Che è meglio lasciare buona memoria di se'. Soprattutto in ufficio. Chissàmai che un giorno mi capiti di cambiare azienda e poi mi capiti di tornare...
Ho imparato ad essere una donna di mondo, a non essere intollerante (quasi nemmeno con me stessa), ad essere morbida nelle relazioni umane, e che qualcuno comunque potrebbe non essere d'accordo con me.
Vent'anni fa non l'avrei sopportato. Ora dico che dopotutto ognuno ha la propria opinione e il suo modo di vivere, e non è detto che coincida con il mio.
Ho imparato che i bambini sono come li cresci. E' vero che il carattere è insito nei geni, ma l'educazione non nasce dal nulla e nemmeno le passioni di ciascuno di noi.
Che se ti porto al museo o a teatro, poi magari ti faccio fare una bella merenda. Così siamo contenti entrambi. Tu che hai 7 anni e io che sono tua mamma. Così la volta dopo mi chiedi di andarci di nuovo e io sono contenta.
Ho imparato. E non è ancora finita.


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#1  05 Febbraio 2011 - 18:14
esatto non si finisce mai di imaprare, mai ed é una gran bella cosa!!

   Alleg67

#2  07 Febbraio 2011 - 17:41
posso aggiungere che il bello di tutto è che non si smette mai di avere sorprese dalla vita. e se alla fotocopiatrice non ti salutano saluta tu più forte, con un sorriso meraviglioso. ho imparato a far così, poi la gente spero capisca che la maleducazione non porta a nulla, sopratutto i musoni........

   ilmaredentrome

#3  09 Febbraio 2011 - 10:10
Sei un inno alla vita negli ultimi post che hai scritto!! Bellissimo leggerli e comprendere che hai perfettamente ragione.
Bellissimo anche fare un esame di coscienza su me stessa e quello che invece, io, ancora non ho capito.
Grazie

Kriegio


#4  09 Febbraio 2011 - 12:43
@kreigio, come dici tu nel tuo profilo "ho superato gli "anta" e quindi mi sento saggia". Mai come ora direi, che il mondo ci dice altro e sembra portarci altrove.


claramarina

#5  12 Febbraio 2011 - 06:56
Iniziare la giornata leggendoti, sapendo tutto quello che mi aspetta in un qualunque giorno di sabato, devo dire che aiuta ad iniziare con più fiducia! Grazie

utente anonimo

#6  12 Febbraio 2011 - 09:52


Mi rendo conto di non aver firmato il Mio post qui sopra Ariciao Polly5vm





venerdì, 04 febbraio 2011


Se avessi tempo.


Se avessi tempo.
Farei una torta alla settimana.
Di quelle buone, burrose, alla mela e cannella. Come il quatre-quart bretone.
Farei un bel bagno lungo con tante bolle di schiuma, la musica e un asciugamano caldo vicino alla vasca.
Forse mi metterei i tacchi.
Certo mi vestirei con più attenzione.
Non arriverei ai colloqui con la maestra come se avessi appena finito il cameltrophy.
Non arriverei al lavoro come se avessi appena finito la parigi-dakar.

Ma se mi chiamassi Clara, come mi chiamo e sono.....
Mi accontenterei di quello che ho, senza lamentarmi troppo.
Sorriderei alla vita appena mi alzo e prima di addormentarmi.
Vorrei bene ai miei piccoletti e al papàprof sopra ogni cosa.
Ai nostri viaggi, ai nostri musei e ai nostri teatri.
Anche senza tacchi.
Anche con i capelli scompigliati.
E farei ogni tanto una torta anche per i colleghi, e le nipotine, e gli amici.
Ma ogni tanto però, perchè ne farei una anche stasera, ma mi sa che mi mancano le mele, mannaggia.

Perchè io sono così.

Sorrido e canto anche nelle difficoltà.

Da sempre.


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