mercoledì 30 settembre 2015

48 ore ad Amburgo - di nuovo #amicaeontrip


Sai cos’è un’amica?


Una che si sveglia quasi all'alba una domenica mattina ad Amburgo per venire con te al Fishmarkt, il mercato del pesce, dopo che tu hai rotto le scatole per mesi che non si può mancare un’occasione così e che ad Amburgo chissà quando ci torniamo. In una mattina che poi ad Amburgo sembra novembre e quasi piove (ma ieri no, ieri era bellissimo) e scopri che mica siete le uniche ad aver avuto l’idea di andare al FishMarkt, non per nulla è così famoso.

 





E così vi ritrovate in mezzo ad una fiumana di turisti e di local che cammina tra bancarelle di vario genere e non solo di pesce.  Poi ci sono bancarelle che vendono ceste di prodotti all'asta, è un vero spettacolo e se abitassimo ad Amburgo proveremmo anche noi a partecipare e ci potremmo portare a casa per soli 10 euro un cesto pieno di pacchi di pasta o frutta tropicale o aringhe affumicate (ok, le aringhe affumicate anche no…)!!!

Dentro, nel mercato coperto, c’è un gruppo che suona e gente che beve la birra. E tutti mangiano Fischbrötchen. A quest’ora!!!

Potevamo forse starcene a dormire? Eh Stefi? Che ne dici?  E’ un luogo e un momento unico, non trovi?

Anche fare colazione all'alba all'ostello e poi rifarla al ritorno.
Quando ci ricapita più?
Questo è il nocciolo del week end con le mie amicae!
(anche se le altre tre invece hanno preferito dormire, ma mica tutti sono anime inquiete come noi!)



Amburgo si è rivelata un’ottima meta per il nostro week end annuale. Anche se il tempo è variabile come sempre in Germania. Arriviamo e piove, primo giorno sole, secondo giorno pioggia.

Vabbeh.

All'ostello, che raggiungiamo nottetempo arrancando sulla cima di una collina vista porto (e per fortuna che qualcuno a caso sa il tedesco), ci sono i piumini.  Arriviamo da una Milano dove ci sono almeno 80 gradi e l’idea del piumino ci fa venire l’orticaria.  Ma Amburgo non è Milano, siamo a 1.100 km più a nord e vi dirò che il piumino si rivela soffice e utile!!!!

L’ostello ha una sala colazioni ampia e luminosa da cui si vede il porto. Il porto di Amburgo, kennen Sie? È uno dei più grandi d’Europa, il secondo dopo Rotterdam. Porto fluviale, si intende, il mare infatti è lontano 100 km.

Appena si scende dalla collina verso i LandungsBrücken, cioè i moli di attracco, ci si rende conto dell’atmosfera vivace e movimentata di una grande città portuale.  C’è un viavai unico di traghetti turistici, navi di ogni tipo, persone di ogni nazionalità.




Il centro non è lontano e vale la pena di fare una bella passeggiata tra i viali ordinati e moderni della città. Passiamo dal duomo barocco, attraversiamo vari ponti e canali, piazze piene di tavolini dove riposare e bere un caffè, viuzze con librerie e antiquari. 




Vale la pena poi spingersi di nuovo verso il fiume per vedere la zona dei magazzini (Speicherstadt) e il porto fluviale. Sul percorso potete attraversare anche l'unica strada rimasta con case a graticcio, la Deicherstrasse, che mostra come doveva essere tutto il resto della città prima del grande incendio del 1842. Un luogo suggestivo che ricorda Bruges (si si ho capito prima o poi racconterò anche del week end dell'anno scorso in Belgio).

 


Passiamo anche a dare un'occhiata alla Chilehaus, un rigoroso edificio in mattoni scuri a forma di prua di transatlantico, commissionato nel 1922 da un commerciante che fece fortuna in Cile grazie al commercio di nitrato di sodio. 
Gli edifici intorno che pure ne replicano colore e rigore non sono altrettanto belli!








Ed eccoci arrivati ai magazzini. La zona è in via di riqualificazione (musei, locali, filarmonica ...) ma una parte dei magazzini è ancora in disuso. Interessante esempio di archeologia industriale, patrimonio dell'Umanità, gli edifici risalgono alla fine dell'800, e furono costruiti in mattoni e su vari piani (fino a otto) completamente su palafitte. Servivano a stoccare le derrate in arrivo e in partenza dal porto di Amburgo e dimostrano da soli quanto fosse importante il ruolo di Amburgo come città anseatica.





Nel pomeriggio, vista la bella giornata, decidiamo di saltar su un traghetto di linea verso l’esterno della città. Ne cambiamo due e poi torniamo a piedi verso la città con una camminata di circa 3 km tra Teufelsbrucke a Overgonne e poi di nuovo un tratto in traghetto.

Scopriamo un quartiere residenziale tranquillo e perbene, con giardini e piccole spiagge molto frequentate lungo l’Elba (l’acqua ha un colore torbido e forse è anche fredda ma il richiamo della spiaggia è sempre forte qui al Nord). Le case hanno vari stili ma direi che l’atmosfera richiama la Bell'Epoque, con facciate molto curate con fiori e piccoli portici.  E’ piacevole e non sembra nemmeno di stare ai margini di una metropoli. Quello che non farei –nemmeno se mi pagano- è mettere i piedi nel fiume (e di solito non sono un tipo schizzinoso)!!!!








Quando cala la sera scegliamo sulla mappa dove andare a cenare. Percorriamo la Lange Reihe, dietro la stazione, e troviamo casualmente un locale suggestivo che sembra l’interno di un antico vascello. La cena ha porzioni sontuose e così buone da leccarsi le dita, degna conclusione della bella giornata!  (non che a pranzo non avessimo mangiato eh….”solo” un piatto di PannFisch con contorno di patate al prezzemolo e crema alla senape che era ugualmente meritevole!!!).

La domenica piove (governo ladro, sì anche quello tedesco :)) e il ritorno verso casa ha ritmi serrati.
Ci rimane solo il tempo di una puntata alla KunstHalle, parzialmente in ristrutturazione, dove finalmente vedo dal vero uno dei quadri di un artista a me caro, Friedrich Caspar che ha dipinto i bellissimi cieli del Sachsen.



La cosa più strana che abbiamo fatto (no, non abbiamo ballato sul ponte di una nave fino alle cinque di mattina) è stato scendere nel vecchio Elbtunnel, un tunnel appunto, costruito nel 1911, lungo 500 metri sia carrozzabile che pedonale, che passa ad una profondità di 20 metri sotto l’Elba all'altezza dei LandungsBrücken. Alla domenica è solo pedonale quindi potete camminare e fare foto stando sulla mezzeria. E’ un luogo affascinante e unico nel suo genere. Si può scendere a piedi o in ascensore (e si vedono anche le piattaforme sui cui vengono alzate le auto)





La "gggita" termina in gloria davanti ad un Currywurst (non te ne vorrai mica andare via dalla Germania senza aver mangiato un Currywurst EH???).

L’aereo ci riporta nella torrida Milano. Tornerò, spero promitto iuro. Devo portare Franz e Paolo al Museo Marittimo che mi hanno detto essere bellissimo.

Grazie amicae anche questa volta. Per le risate, i racconti, le foto, lo shopping fatto insieme.
Come al solito è stato bello.
Anzi è stato più bello delle altre volte, perché eravamo tutte e cinque.
Mi raccomando, facciamolo di nuovo l’anno prossimo!

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Se volete saperne di più dei nostri week end "#amicaeontrip" leggete qui !!!

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E inoltre i post sui viaggi già fatti (mancano i primi due del 2009 Pre Saint Didier e Roma, e il penultimo del 2014 in Belgio):

2010 Atene
2011 Marrakesh
2012 Siracusa
2013 Berlino


domenica 6 settembre 2015

Expo: ci siamo andati anche noi!

L'ultimo sabato di Agosto, data di massima affluenza (battuto solo dalla giornata di sabato 5 settembre) e di massimo caldo abbiamo deciso di andare anche noi all’Expo
I miei figli lo chiedevano già dall'inizio dell’estate ma pur vivendo a Milano non ci eravamo mai riusciti!

Non sapevo quanto avremmo resistito, al caldo, alla stanchezza, alle code, alla sete.

Avrei giurato che verso le 16 avremmo dato forfait e invece ci siamo rimasti dall'apertura fino al calar del sole.

Sicuramente “l’allenamento” estivo del nostro viaggio itinerante tra Spagna e Francia ci ha aiutato. Ha aiutato soprattutto noi adulti, perché è vero che i bambini hanno moooolte più energie di noi e non ne volevano sapere di andare a casa. Li abbiamo dovuti trascinare via dopo 12 ore ammettendo di essere a pezzi!

Siamo entrati alle 9 dall'ingresso di Roserio (il tram 19 passa sotto casa nostra e senza cambi massimo in un’ora ci porta fino all'Expo).

Abbiamo deciso per quale dei padiglioni più famosi fare la coda e abbiamo scelto il Kazakistan. Sotto un sole che già picchiava duro già a metà mattina, ce la siamo cavata con un’ora di coda alleggerita da ventilatori con spruzzini e ombrelloni. Mentre aspettavamo, la coda si era allungata fino a raggiungere le tre ore di attesa.

La visita al padiglione prevede uno spettacolo “live” di disegno sulla sabbia che racconta la storia antichissima del paese dal quale si passa ad uno spazio interattivo che illustra le ricchezze del Kazakistan come le mele, gli storioni e il latte di cavalla (assaggiato!) e un’istallazione che racconta l’annosa questione dell’insabbiamento del lago d’Aral. E infine si entra nel cinema in 4d con un filmato a volo d’uccello su Astana, la capitale, e sede della prossima Expo a tema energia nel 2007.




Tutto molto emozionante! Ai bambini è piaciuto moltissimo e ora sanno dov'è il Kazakistan sulla mappa del mondo, vuoi mettere?

Dopodiché tutta Expo era davanti a noi. Non avete idea di quanta gente ci fosse soprattutto gruppi organizzati di ogni età che vagavano come mandrie nella steppa tra il cardo e il decumano.  E non pensate che il peggio siano le famiglie con bambini….Vogliamo mettere le famiglie con i nonni?????? E i nonni da soli? E i gruppi-piemonte-in-vacanza?  Ma visto che tutti hanno il diritto di entrare a Expo armatevi di santissima pazienza e via!

Abbiamo acquistato il famoso passaporto, e  Pao e Franz si sono scatenati alla ricerca dei timbri. Ora, è vero che non è una caccia al tesoro a chi ha più timbri, ma vi assicuro che è sicuramente uno stimolo formidabile a vedere il più possibile e ad infilarsi – non fosse altro per questo – in alcuni padiglioni in cui sinceramente non c’è proprio nulla.



E così un po’ grazie alla faccenda dei timbri, e un po’ in base alle code che variavano la loro lunghezza a seconda dei vari momenti della giornata, siamo riusciti a vedere in totale 34 padiglioni tra cui Brasile, Marocco, Polonia, Francia, con coda lunga ma rapida. 



Molti cluster, tra i quali alcuni che meritavano attenzione e altri meno, ma anche qui abbiamo scoperto l’esistenza di paesi mai sentiti. Uno solo non aveva il timbro (nera nube di duolo sulla nobile famiglia, come diceva il mio prof. d’italiano quando facevamo "orrori" di ortografia) e in un caso (nel Mali) un addetto era a disposizione per siglare il passaporto a mano.






La palma del timbro più brutto per ora va al Benin. Una semplice scritta “Bienvenue au Pavillion du Benin”. Vabbeeeeeh che sforzo (“sempre meglio comunque di quelli che non ce l’hanno" dice Pao).

Quanto al cibo, all'Expo sicuramente ne troverete di tutti i gusti. Noi ci siamo portati il pranzo al sacco, scoprendo che ci sono moltissimi aree per sedersi e riposarsi (abbiamo visto alcuni che addirittura dormivano!!!).

Dopo pranzo siamo entrati al Children Park (chiude il 13 settembre, da prenotare qui), ispirato alla pedagogia di Reggio Children: otto installazioni interattive dove i bambini vengono coinvolti in attività legate all'ambiente, come sviluppare l'olfatto nelle campane aromatiche, produrre energia pedalando, lasciare un messaggio planetario, trasformarsi in alberi e via così.






A fine giornata quando era chiaro che saremmo rimasti quasi fino a chiusura, siamo andati al padiglione di Israele dove insieme a falafel, hummus e taboulè viene data (da restituire) una tovaglia per fare il pic nic nel prato. 

Giovedi sera, quando siamo tornati a Expo, invece siamo andati al Padiglione Turchia che è organizzato come un bellissimo cortile orientale con tanto di fontana di marmo, ceramiche e lunghi tavoli di legno. Abbiamo mangiato un gustoso kebab leggermente piccante e bevuto the turco (che ci ha fatto venire in mente alcuni viaggi che da troppo tempo vorremmo fare).




Prima di cenare, mio marito e i miei figli sono riusciti ad entrare al padiglione Germania, che mi hanno poi raccontato essere molto interessante e centrato sul tema dell'esposizione, mentre io che arrivavo in quell'istante dall'ufficio mi sono accasciata su una delle sdraio all'esterno ascoltando un concerto di violoncello. Mica male, no?  

Poi insieme siamo stati al padiglione di Montecarlo, fatto di container, che alla fine dell'Expo verrà spedito in Africa per diventare un centro multi-attività. E infine siamo riusciti ad assistere allo spettacolo dell'Albero della Vita, con i fuochi d'artificio. Intorno alla Lake Arena ci sono delle poltrone rosse a trottola, dove vi rotolerete senza fine e che non vorrete più abbandonare.





Prima di andarcene a casa, ci siamo infilati nel padiglione dell'Egitto che era ancora aperto. Vi avviso, è il tempio del kitsch! però propone due o tre attività supertecnologiche che hanno entusiasmato i bambini e non solo. Non vi svelo nulla, richiede poco tempo, provate!!!! E ve ne andrete anche con bandierina e spilletta dell'Egitto.




Andare all’Expo è una bellissima avventura. E’ faticoso, certo, come lo è viaggiare ed esplorare il mondo. Ma se abitate a Milano o in Lombardia o ad una distanza ragionevole dall’Expo non potete non andarci. 
Per gli altri capisco che lo sforzo economico è maggiore e un po’ vi giustifico.

Non vi darò la mia classifica dei padiglioni. Non serve. Le code che ci saranno (e che ormai sembrano essere un tema ricorrente) vi faranno saltare tutti i piani. Quindi l'unico consiglio che vi posso dare è: entrate presto (preferibilmente alle 9 da Roserio) e fiondatevi al padiglione che vi interessa. Mettetevi in coda anche se è ancora chiuso e abbiate molta fede. 
L'Expo non è il Louvre e - a mio parere (assolutamente non condivisibile) - tre ore di coda per un padiglione sono troppe.
Quindi se siete fortunati e la coda è meno di un'ora fatela. Altrimenti rivolgetevi verso altro. Ci sono più di 150 paesi presenti all'Expo, sarete soddisfatti ugualmente.

Per info aggiornate e dettagli su padiglioni, orari, curiosità consultate la pagina facebook Expo consigli per gli utenti. Non rimarrete delusi.

sabato 5 settembre 2015

Raduno Internazionale degli Spazzacamini in Val Vigezzo (VCO)

Lo sapevate che esistono ancora gli spazzacamini?

Non ci credete?
Durante il primo week end di Settembre, tutti gli anni, andate a vedere con i vostri occhi in Val Vigezzo, alle spalle del Lago Maggiore.

Più di 1000 spazzacamini provenienti da tutti i paesi del mondo si radunano su queste montagne e sono davvero uno spettacolo.

La festa si svolge su tre giorni lungo tutta la Val Vigezzo, tra la statua allo Spazzacamino di Malesco e Santa Maria Maggiore centro dei festeggiamenti, dove c'è anche il Museo dedicato a questo antico mestiere.

Proprio da queste valli nel XVI secolo partirono generazioni di emigranti spazzacamini tanto che sulle mappe la ValVigezzo veniva indicata come Valle degli Spazzacamini







Noi l’anno scorso siamo andati solo alla domenica quando si svolge la grande parata tra le vie di Santa Maria Maggiore. Il paese si ferma e si addobba in onore degli spazzacamini.

Parcheggiate fuori dal paese e incamminatevi anche voi tra la folla.

Consiglio spassionato: portatevi un pranzo al sacco, la gente è talmente tanta che farete fatica a trovare un posto per sedervi da qualche parte, e anche il punto ristoro nel parchetto dietro la chiesa ha tempi lunghi non adatti alle famiglie. 

La manifestazione è davvero bella.

Assicuratevi un posto di prima fila alla parata. Dopo essere arrivati in piazza gli spazzacamini fanno una breve rievocazione storica di pulitura dei camini  sui tetti intorno alla piazza e poi salutano la folla dal balcone.




Subito dopo sono disponibili per foto con i bambini (e anche con voi se volete!!), si possono vedere gli striscioni delle varie associazioni di spazzacamini nel mondo, ci sono persone nei costumi delle valli circostanti.

L’atmosfera è gioiosa e sembra di essere catapultati indietro di almeno cento anni.






Ci sono anche in vendita nella merceria della piazza (occhio che chiude per pranzo) gadget molto simpatici a tema, come borse di tela, strofinacci e affini con il logo della festa.

Tutti i negozi del paese sono addobbati a tema. Santa Maria Maggiore è davvero un bel posto per passare una giornata tranquilla.








Per far giocare un po’ i bambini, appena fuori da paese ci sono prati e dopo il fiume e il parcheggio ci sono un paio di parchi gioco (uno dei quali appena prima dell’ingresso del campeggio)

Se passate di qui nel ponte dell’Immacolata, Santa Maria Maggiore è anche sede di un mercato natalizio molto originale e molto frequentato.