mercoledì 25 settembre 2013

Ci sono giorni che... (quella volta che sfilai in via della Spiga)

Ci sono giorni che pagheresti oro per fare qualcosa di speciale. Ci sono giorni che la fatica ti sembra insormontabile e basterebbe un nonnulla per farti cambiare strada o almeno idea.
Poi arriva un invito, rilanciato sul web, poi via mail.
Ti sembra un piccolo segno e ci pensi un po' su.

E basta un attimo, che ti trovi a sfilare in via della Spiga con Jolanda e altre mamme blogger.

Ma sapete cos'è -a Milano- Via della Spiga? E' il centro della moda, del lusso, dell'inarrivabile (e certe volte, nemmeno se ci arrivassi, in verità). 
Insomma un mito!


E dove abbiamo sfilato noi? proprio lì. 
Abbiamo indossato un abito a sua volta mitico, il Family Dress ideato dagli studenti del Naba e già indossato in mille parti del mondo per gli eventi più disparati.
E' un vestito che si indossa in 27.

Avete capito bene, in 27 persone.

E poi abbiamo sfilato tra gli sguardi attoniti di commessi delle boutique, turisti giapponesi, modelle, gente comune (sperando ardentemente di non incontrare nessuno di conosciuto!!!).

Insomma è stato strano, insolito, bello e divertente.
Proprio quello che ci voleva in questo Settembre 2013.

Gustatevi il video e le foto. Siccome sono timida di foto mie non ne vedrete, l'unica l'ho cammuffata!!!!






Alcune mamme knitting e crochet-addicted hanno anche contribuito ad aggiungere 'pezze' al Family Dress per creare un abito pre-maman che sarà dunque il 28esimo abito da indossare. FattoreMamma ha deciso di devolvere in beneficienza a Pangea Onlus 1 euro per i primi 250 tessuti a maglia ricevuti.



Abbiamo fatto fiorire il Museo - atelier con Hervé Tullet

In una città che ha evidente bisogno di colore.
Una domenica pomeriggio.
Bambini e genitori.
Pennelli in mano.
Un genio del colore: Hervé Tullet.
Un Museo che amiamo.
Libri bellissimi, che vanno bene per tutte le età.
Perchè i sorrisi, i colori, i giochi, i blop non hanno mai fine!
Un autografo, quasi per caso.
Abbiamo fatto fiorire il Museo.
Sì, proprio a Milano. Incredibile no?










 





Chi ha mai visto il Museo (il nostro amato Museo) così colorato?
Come abbiamo potuto vivere finora senza conoscere Hervé Tullet? (mi sembra quasi incredibile)
Volevamo comprare tutti i suoi lbri, ma abbiamo scelto quello d Blop.
L'abbiamo già letto venti volte e ogni volta ci facciamo mille risate!!
Noi siamo tutti un po' Blop, voi no?

giovedì 19 settembre 2013

OVS-Guggenheim Kids Creative Lab - II edizione - 2014

Carissimi,
il post precedente era anche per introdurvi al nuovo progetto Kids Creative Lab di quest'anno, sempre in collaborazione con OVS Kids e Guggenheim.

Stavolta potrà partcipare anche Paolo, che finalmente fa la prima elementare, e così tutti a casa nostra sono felici.

Il nuovo progetto si chiama "Tessere" e come è facile immaginare girerà intorno all'argomento 'mosaico'.

Ai bambini partecipanti (la modalità è come nella prima edizione: singoli o con la propria classe) verrà fornito un Kit d'Artista che comprenderà un sacchetto di tessere di vetro riciclato.

Le tessere avranno colori diversi a seconda della regione, e tutti contribuiranno a costruire una mappa del nostro paese con le tonalità proprie di ciascuna area.

I bambini dovranno creare la propriia opera che di nuovo verrà assemblata ed esposta al Guggenheim di Venezia dal 25 aprile al 4 maggio 2014. 
 
Per informazioni e iscrizioni: 
http://kidscreativelab.ovs.it/iscriviti/come-partecipare.html



OVS-Guggenheim Kids Creative Lab / 2

Vi ricordate questo post? Non vi avevo mai raccontato com'era andata a finire.
Beh in un bel giorno di primavera Franz e io abbiamo prodotto questo oggetto, insomma...oggetto magari no, ecco....opera prima, opera d'arte, sicuramente un unicum.

Lo scopo del laboratorio finale era quello creare un'opera d'arte partendo da un foglio di feltro alto 3mm, riportare le forme - a scelta -  dal cartamodello in dotazione, ritagliare e poi incollare il tutto.

Ne è venuta fuori una specie di astronave. Oppure a voi cosa sembra?




L'oggetto, ops l'opera d'arte, è stata spedita a Venezia alla Fondazione Guggenheim per essere assemblata a quella di migliaia di altri bambini partecipanti all'iniziativa per creare un'opera collettiva, che è stata esposta appunto al Guggenheim di Venezia tra Aprile e Maggio 2013.

E potevamo forse rinunciare ad andare a Venezia a vedere che ne avevano fatto della nostra opera prima? 

Abbiamo scoperto che non era affatto un unicum, e che sul territorio italiano altri si erano dilettati con lo stesso colore e più o meno con la nostra forma (riguardando bene le foto, mi sembra che sia più simile al nostro l'oggetto viola nella seconda, più che quello nella prima....). Vabbeh è stato bellissimo lo stesso e ci siamo divertiti molto.
Alla prossima!!!






mercoledì 18 settembre 2013

13 Ottobre 2013 - Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo


Questa frase che trovate - tra le altre - sul video sull'home page della FaMu (Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo) è di FranzBello. 
Sapete quanto ci piacciono i Musei. 
Ad oggi ne abbiamo visti insieme molti. 
Paolo e Francesco non storcono il naso quando ne nominiamo uno (a parte Paolo ad Amsterdam che al quarto museo in quattro giorni ha detto basta!). 
Ne abbiamo visti di ogni tipo, famosi e non. 
Abbiamo visto due Guggenheim (Bilbao e Venezia), un Pompidou (Metz), vari musei della Scienza e della Tecnica (Monaco e Amsterdam, nonchè mille volte quello di Milano che è vicinissimo a casa nostra), pinacoteche, musei dei trasporti, del mare, musei archeologici, castelli e affini.
Non tutti ci sono piaciuti, non tutti ci hanno entusiasmato.
Alcuni erano belli "da fuori", altri per quello che contenevano.
Lontani, vicini, difficili, facili, per bambini o no.

E così non possiamo proprio non invitarvi alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo che si terrà in tutta Italia Domenica 13 ottobre 2013 (ideata da http://kidsarttourism.com/).

Sul sito c'è un elenco abbastanza corposo dei musei che hanno aderito. Sono divisi per regione e poi per provincia.


C'è l'imbarazzo della scelta, e neppure noi abbiamo ancora deciso dove andare.

Sono indecisa se rimanere in città, o cogliere l'occasione per una gita. Perchè vale sempre la pena di entrare in un museo, fosse anche per pochi minuti e per vedere dentro cosa c'è!

Molti musei non li conoscevo, è un'ottima occasione per scoprirne di nuovi!

Ci sono musei ovunque e in tutti sono previste attività per famiglie e bambini, e riduzioni sul biglietto d'ingresso.

Ci sono musei prestigiosi e piccoli musei del territorio. Tutti si faranno in quattro per questa bellissima giornata.

Il mio consiglio è di scegliere il museo che va meglio per voi.
Le attività sono pensate prevalentemente per i bambini dai 4-5 anni in su, ma seguite attentamente le indicazioni sulla scheda di ciascun museo.

Seguitemi e vi rivelerò noi cosa sceglieremo.

E voi invece, tornate a raccontarmi la vostra esperienza!

giovedì 12 settembre 2013

Buona strada

Primo giorno di scuola per Franz che va in quinta elementare e per te, Pao, che inizi finalmente la prima.
La corsa verso tuo fratello, lo sai bene, penso che l'abbia capito anche tu, non avrà mai fine e lui sarà sempre più avanti di te quattro anni. Quattro lunghissimi anni. 
A volte abbiamo potuto accorciare la distanza come al basket, a cui ti abbiamo iscritto che eri ancora alla materna. 
Ma in altre occasioni non abbiamo potuto - e non potremo - e hai dovuto aspettare il tuo turno.
Come appunto la scuola (e aggiungo, perchè so che ci tieni e un po' anche ci soffri, gli scouts e l'oratorio estivo).

Ma come disse qualcuno c'è un tempo per ogni cosa. 

E per te è stato prima il tempo del nido e poi della materna. 

Ora inizia il tuo tempo alle elementari. Hai avuto anche tu il tuo zaino e il tuo astuccio, mica hai voluto quello che Franz generosamente ti avrebbe passato (a dire il vero per averne uno nuovo, in anticipo sulle medie) ma ne volevi uno tuo e solo tuo. E così è stato. Per una botta di fortuna mica da ridere, hai anche tu il tuo amico del cuore nella stessa classe. Direi che come inizio non c'è male. La maestra mi sembra solare e positiva. E anche questo è ok. La classe a prima vista (e spero di non essere delusa) mi sembra una buona classe, almeno per quelli che già conosciamo e per quelle quattro parole che ho scambiato stamattina con genitori mai visti prima. Anche questo è un punto a favore.

Quindi buona strada piccolino di casa.

E il tuo fratellone avanti a segnare la via.
Che non è necessariamente anche la tua, ovviamente.

Franz ha ritrovato gli amici di sempre, quelli che sono commoventi da quanto sono cresciuti rispetto al primo giorno che li abbiamo visti. Quelli con cui gioca a calcio, anche se il calcio non gli piace, quelli di cui abbiamo festeggiato i 10 anni stasera al parco, quelli con cui a volte abbiamo passato qualche giorno di vacanza, insomma gli amici, no?

Buona strada, qualsiasi sia.
Buona strada, comunque voi siate.
Buona strada, ovunque andrete.

Noi saremo con voi.



(P.S. mi rendo conto solo ora che Milano quasi-centro non sembra granchè in questa foto....ARGH)

lunedì 9 settembre 2013

A Mostar con i bambini - Moschee e minareti

Il luogo come già detto è struggente ed emozionante.
Inoltre Mostar vista da vicino e cioè dalla città vecchia intorno al Ponte è veramente affascinante.
Le vecchie case e le botteghe sono state ricostruite e poste sotto la tutela dell'Unesco. Ci sono mille ristoranti e caffè a terrazze vista ponte, vista fiume, nei cortili. 

Ma adesso che siamo qui, cosa facciamo, che piaccia anche ai bambini?

Gli spunti non mancano. a dire il vero.
Ci sono moschee, minareti, fontane, case turche.
C'è quasi l'imbarazzo della scelta.

E c'è il Ponte, ovviamente.

La prima avventura è riuscire ad attraversare il Ponte senza spaccarsi nulla. I gradini sono lisci e scivolosissimi e quando c'è molta gente (come il pomeriggio che siamo arrivati noi) e non puoi attaccarti alla balaustra (e magari hai solo 6 anni), insomma è qui che inizia l'avventura!


E poi arriviamo alla moschea. Abbiamo preannunciato la visita già da quando eravamo ancora a casa, raccontando che qui in particolare ne avremmo potute vedere molte (non che in europa occidentale non ce ne siano, ma quanti di voi sono mai andati alla moschea a Milano o nelle proprie città?).


Ma la sopresa più grande è che si può salire sul minareto, sia alla Koski Mehmed-Pasha (sia, poi scopriremo, alla Karadjoz-Beg Mosque).  Cosa che non siamo mai riusciti a fare in medio oriente o in turchia.
Siamo sopravvissuti al giro delle mura di Ston, volete che rinunciamo alla sfida del  minareto? Non sia mai!!!

Cominciamo con la prima moschea, la Koski Mehemed Pasha. La si incontra appena dopo il ponte, entrando in un cortiletto sotto un arco. Risale al 1618 e come quasi tutte le altre moschee fu distrutta durante la guerra recente e poi ricostruita.


Il minareto è stretto stretto stretto, alto alto alto e come si dice sulla guida claustrofobico. Salendo infatti non ci sono finestre, ti senti in un tunnel verticale senza fine (e devi solo sperare che non debba scendere nessuno nello stesso momento).


Ma quando arrivi sul balconcino del muezzin, e mentre ancora ti riprendi dall'erta salita, davanti a te c'è il panorama che non ti aspetti. Tutta Mostar ai tuoi piedi, il fiume Neretva, il cielo, le montagne. Uno spettacolo. 












Il cortile della moschea inoltre è stata un'altra bella scoperta per i bambini. Al centro c'è sempre una fontana, che serve per le abluzioni rituali prima della preghiera.
Ma anche per bere, ovviamente.
E l'acqua fresca è stata la nostra salvezza nel caldo torrido di Mostar ad agosto. 

Inoltre ci sono panchine per riposarsi e ombra e spesso un portico e un giardino con gli alberi. 
E tombe con un turbante in cima, come non ne abbiamo mai viste. 



 




Così abbiamo familiarizzato con la città, che -dopo- ci è sembrata un po' più nostra.

Ma non è finita qui. Continuate a seguirci per le strade di Mostar!

2013 Croazia/Bosnia - Mostar

Ed eccomi qui a raccontare della nostra (prevista) deviazione in Bosnia.
Tutto era nato da me che ho la mania di guardare le mappe, sognare molto e calcolare distanze.
Avremmo potuto puntare su Dubrovnik, come fanno molti.
Invece l'occhio è caduto su Mostar. 

Mi è stato impossibile per giorni pensare ad altro.

Quindi si va a Mostar, unbedingt, sans dout, tassativo!

Dopotutto ci vogliono solo carta di identità e carta verde in ordine, che sarà mai? Non saremo mica i primi, no?
E poi per ritornare verso casa dolce casa, di lì dobbiamo passare. O quasi.

Ma ci credete che di quelli che conosco e sono stati in Croazia – finora - , nessuno, ma proprio nessuno, era stato a Mostar? Ed è a meno di 100 km dalla costa.

Il routard che è in noi, non ha sentito ragioni. Si va a Mostar.

Abbiamo prenotato un'amena pensione nella città vecchia. Ma proprio dentro dentrissimo.
Una casa ottomana modernamente ristrutturata a dieci metri dal Ponte. Una pensione con tre stanze e una cucina in comune. Ma quanto amo questo posto? Hanno persino posto per parcheggiare la nostra auto (e abbiamo fatto una supermanovra contromano degna di memoria!!!).

Di fianco c'è una moschea, speriamo che il muezzin sia clemente (e infatti lo sentiremo poco).

A due passi, il Ponte.
Lo scrivo in maiuscolo perché merita questo onore. Come la città tutta merita l'onore della nostra visita e della memoria di tutti noi.

Fa impressione.
Il passato è passato, ma è dietro l'angolo e fa impressione.
Al di fuori dell'area pedonale, il passato fa ancora impressione.
Le case hanno ancora i segni delle granate. Le case che non sono crollate, naturalmente.
Tutto il resto o quasi è stato ricostruito.
Le ferite sono ancora aperte.

Franz e Pao si guardano in giro. Non fanno molte domande, ma ascoltano.
Che qui c'è stata la guerra e che le due parti della città si bombardavano a vicenda. Che è morta molta gente, anche amici, amici che si bombardavano e che prima erano amici e dopo non lo erano più. Che molta gente è dovuta scappare e mai fare ritorno. E che ogni persona che incontri qui ha una storia (brutta) da raccontare. Una storia di famiglie separate, amicizie tradite, di sentimenti confusi, di espatri e forse di ritorni.

E' una storia europea, anche se spesso ce ne dimentichiamo.
E' per questo che siamo qui.
Per vedere, per capire, per ricordare.

Non so quanto i miei figli capiscano davvero. Ma non posso evitare di raccontare.

A casa Kaitat, una bella casa turca un po' fuori da centro il proprietario ci racconta la storia della sua famiglia.
Fa impressione ascoltare storie che dovremmo sapere.

Quello che mi fa più impressione ancora sono le foto della città che era. E della città rasa al suolo.

Quante persone che salgono su questo Ponte sono consapevoli del passato?
Quanti di questi passi su questi gradini scivolosi si soffermano almeno qualche minuto sulla Storia?
Sono contenta di essere arrivata fin qui.

Sono contenta di aver portato i miei figli nel cuore d’Europa.


Sono così contenta che mi dispiace andarmente e vorrei proseguire per Sarajevo.

Ma la strada ci chiama, di nuovo, e lasciamo Mostar promettendo di tornare.

martedì 3 settembre 2013

2013 Croazia/Bosnia - i millanta gradini di Ston

Quando arrivi a Ston dalla penisola di Pelijesac, non te ne accorgi. Arrivi da dietro una montagnetta, parcheggi ed entri in una porta delle mura.

Ma quali mura.

Ti giri un attimo e le mura "vere" le vedi sopra di te, che girano sopra la montagna e ti mordi le dita perchè hai appena detto ai tuoi figli quanto sarebbe bello fare tutto il giro  (e loro -ovvio- superentusiasti...).

Naturalmente è mezzogiorno, forse l'una (tipico orario canicolare da sito archeologico), non avete ancora mangiato, avete poca acqua (chiaramente è nel baule dell'auto e chi ha voglia di tornare indietro....). Per fortuna un ottimo cartello turistico racconta la durata dei due itinerari possibili. Uno intorno al villaggio di Ston e l'altro fino a Mali Ston.  

Decidiamo di limitarci al primo, più breve ma per noi sufficiente. Uno per il caldo torrido e due perchè prima o poi oggi dobbiamo arrivare a Mostar, vivi possibilmente.  Almeno diecimila gradini sotto il sole cocente!

Nel XVI secolo Ston era l'ultimo baluardo del sistema difensivo di Dubrovnik; le mura sono un'imponente opera urbanistico-militare e difendevano il villaggio e le saline (Ston deriva dalla parola latina Stagnum).

Sono state oggetto di un bel restauro e si possono percorrere tutte. Ci sono torri circolari, torri quadrate, fortezze e bastioni.

Sono lunghe cinque chilometri e mezzo (le più lunghe d'Europa, capite i miei dubbi iniziali?) e si inerpicano su per la montagna - volendo volendo - con migliaia di gradini fino a Mali Ston. 

La salita non è difficile, sia chiaro. E se fosse Ottobre andremmo fino alla fine. Invece dopo aver circumnavigato Ston e aver visto dall'alto paese e saline, essere saliti sul torrione e aver goduto del bel panorama e della brezza fresca, riscendiamo verso la fontana antica in piazza. Una delle poche che vedremo in Croazia. 

Se volete sfidare voi stessi, verso la fine dell'estate alcuni pazzi partecipano alla Ston Wall Marathon, una corsa su per le mura -senza dubbio unica- che posso comprendere solo in vista delle temperature sicuramente più miti in quel periodo.


Infine, se Ston vi sembra un po' "dimessa" è perchè nel 1996 fu colpita da un terremoto del quale si vedono ancora i segni (crepe nei muri, tetti crollati, palazzi chiusi).
Molti luoghi tuttavia sono stati ristrutturati e il paese è molto caratteristico con un impianto regolare e vicoli con konobe e bed&breakfast. 

A Mali Ston non ci siamo stati, ma è famosa per essere un luogo romatico dove si gustano eccellenti ostriche e cozze, e per il suo porto del XV secolo.